venerdì 30 gennaio 2009

Signorini e la didascalia di Repubbbblica

Ieri nella home del sito di Repubblica c'era la mitica foto di Alfonso Signorini che mostrava le foto di Adriano al processo contro Corona. E la didascalia diceva "le foto mostrate dal direttore di UN SETTIMANALE". Ma si può essere più giornalisticamente pezzenti da non citare Chi?!

L'agenda del risparmio

Una dote naturale, un mestiere, una necessità. No, risparmiare è un'arte. E certe persone non sono adatte a praticarla come uno stonato non è adatto a cantare, un Bonolis a condurre una trasmissione rilassante, degli Ugg a essere indossati a un matrimonio. E l'elenco potrebbe continuare perché è vero che a un deficit di talento si può supplire con massicce dosi di dedizione, ma, ahinoi, non sempre. Non è nemmeno perl'incredibile dote di farsi irretire dall'unico capo non in saldo in mezzo a mucchi di abiti a prezzi stracciati. Nemmeno per la capacità di abbandonare una libreria a metà prezzo all'angolo delle occasioni all'Ikea per non fare la fatica di smontarla e portarla a casa. Fin qui si può parlare di vizi, pigrizia, disattenzione. Tutte cose che in tempi di crisi non ci si può permettere. E io infatti avevo iniziato benissimo quest'anno evitando di comprare il pellicciotto visto a inizio stagione e facendomi fregare da una sola borsa di marca giù nella perdizione di Via Nassa. Sembravo davvero quelli che tengono a bada i propri vizi, quelli che non smettono di fumare di botto tra atroci crisi di astinenza ma "giusto una ogni tanto", s'innamorano con misura, mantengono rapporti civili e urbani con i propri ex invece di giocare a freccette con le loro foto. Ero lì, perfetta nel mio contegno, quando ho voluto strafare. La Moleskine che cercavo da mesi se ne stava tutta sola e rovinata sullo scaffale di un'affollata Feltrinelli milanese. E lì ho pensato che era giusto chiedere una riduzione di prezzo per quell'agenda tutta rovinata e soprattutto ultima, appellandomi, nel perfetto cliché della donna tradita, alla solita questione di principio. La Feltrinelli, che è posto democratico, ha preso nota del mio lamento, ha consultato la capoarea e tute le autortià competenti. Quando sono tornata dopo tre ore ho guadagnato lo sguardo sprezzante di una libraia con contratto a progetto e uno sconto di 1 euro e 50.

mercoledì 28 gennaio 2009

le quattro chiappe

Vedendo questa foto ho capito che cosa mi irritava surrettiziamente l'altra sera da Fazio. Quella semplicità ostentata che all'occhio attento si rivela subito come sciatteria. Voglio dire: le quattro chiappe! Roba che pure con una mutanda da 3 euro e 90 agli Intimissimi si risolve. Ecco, è questo che mi dava fastidio l'altra sera, quando su Rai Tre Carla Bruni s'è presentata con l'ormai solito capello effetto piscina. Sei bellissima, potentissima, femminisma, possibile che non ti puoi far dare una pettinata da uno straccio di parrucchiere della Rai? È proprio necessario giocare alla bellissima senza un filo di trucco? Certo, è l'atto di crudeltà massima verso una platea di donne in sovrappeso la domenica sera, ma è anche un gioco sciocco. Al fatto che la bellezza possa essere cosa così leggera e spontanea abbiamo smesso di credere otto anni fa. Anche la levità, la leggiadria (Carla dovrebbe saperlo bene) nell'indossare la propria bellezza (o il proprio ruolo) è una dote per cui servono fior fior di allenamenti.

venerdì 23 gennaio 2009

Separati alla nascita

Garrison Rochelle e Margherita Boniver. Dai, sono o non sono uguali?

Conosci te stesso

Dal GdP del 23 gennaio
Dice l'osteopata che sono tutta contratta, come fossi sempre sul punto di fare un'immersione. E allora, dice, o questa benedetta immersione la fai oppure ti sciogli. A quel punto il copione prevedeva che io gli aprissi il mio cuore per liberare i muscoli e rinvigorire le ossa, ma ahimè non siamo in un film americano né per tempi né per contenuti, sicché lui doveva farmi la fattura e io non avevo nessun problema da esternare, se si eccettuano i cinque chili che mi separano dalla felicità. C'è stato giusto il tempo per una tiritera sull'importanza di mangiare bene e fare dello sport prima di rituffarsi nel freddo polare. Però resta il fatto che conoscere se stessi è importante e l'ha detto pure la zia Anna durante la psicocena. La zia Anna non è mia zia, la mia zia Anna fa l'edicolate, dettaglio di non poca importanza quando si tratta di tenere via i numeri di magazine da collezione, ma assolutamente inutile quando si parla di conoscenza della propria mente. Ma se la tua zia Anna non va, ce sempre quella di un'amica che può fare al caso tuo. Soprattutto se ha anni di analisi alle spalle e una discreta esperienza nell'inchiodare chicchessia al muro dei propri tabù. Sicché la zia Anna della mia amica Isa tra una fetta di bon roll e l'altra mi ha psicanalizzata con scioltezza. Nemmeno il tempo di arrivare alla decima sigaretta e si era già lì a discettare di traumi del passato e paure del futuro. Al caffè avevamo già individuato il mio trauma, rigorosamente infantile e assai diverso da quello della scoperta che Barbie e Ken non si sposeranno mai. Solo che la carrozza è tornata zucca prima che si affrontasse il capitolo "come rimuovere il trauma dopo averlo individuato" e io adesso mi ritrovo con una lista di traumi che nemmeno le contratture dell'osteopata e nessuna soluzione. Sarà il caso di adeguarsi al trend e trovarsi un analista professionista?

lunedì 19 gennaio 2009

Maggiorate modello

Ah! Severgnini parte dalla tettona del Gf e, passando per una citazione del commissario Manara (poi dite che la ficcanaso non è avanti), finisce per dire che, perdonate la semplificazione, tornano di moda le tette. Boh io sarà che da piccola sono rimasta traumatizzata e illuminata dalla elegantissima frase che scrivevano tutti sul diario, secondo cui "una ragazza senza seno è come un paio di jeans senza tasche, i ragazzi non sanno dove mettere le mani". E, insomma, io lo apprezzo il tentativo di Beppe di farci addirittura vedere un'evoluzione del gusto (se non del pensiero) maschile nel corso degli anni. E apprezzo anche il timido segnale lanciatoci dal Corriere (una volta andavate di moda, quindi sperate nel futuro, chissà, se torna il Montgomery perché non dovreste tornare in auge anche voi). Epperò non ci crede nessuno. E qui scatterebbe, implicita, una domanda del lunedì.

venerdì 16 gennaio 2009

Il Commissario Manara

Il giovedì sera la Rai manda questa fiction che si chiama Il commissario Manara, ovvero: come ti attizzo la casalinga media con un ricciolone baffuto in un giovedì sera di media bonaccia televisiva. È tutto scontato: lui che sembra scemo e invece è intelligente, la ragazza dell'infanzia che si trova a fianco in commissariato e si amano ma non riusciranno a dirselo fino alla fine, lui pieno di donne che gli si fanno trovare ignude nel letto. È tutto scontato e io ci sono caduta come una pera cotta. Evviva il commissario Manara. Credo sia la sindrome di fatale e inevitabile attrazione per l'ovvio che mi faceva innamorare del più figo del liceo. Credo.

Grasso è ballo

Ho beccato il momento giusto l'altra sera. Si era ad Amici, trasmissione di cui non ho ancora capito il regolamento ma che grossomodo consiste in ragazzi aspiranti artisti (cantanti, attori, ballerini) che si sfidano e si parlano addosso per arrivare in fondo al gioco che gli assicurerà un futuro di contratti e comparsate nelle meglio trasmissioni Mediaset del pomeriggio. Mentre cambio canale (c'era Veltroni a Ballarò e hai visto mai che c'è un termometro di democraticità pure nelle rilevazioni dell'audience io non voglio certo sfigurare) mi ritrovo in mezzo al balletto di una ragazza bella in carne con un ballerino bello muscoloso. Siccome la grassezza s'ammette come provvisorio stato prima della magrezza, ho capito che la ragazza era un'allieva e il forzuto ballerino un professionista, nella fattispecie Gianni Sperti, già tronista di Uomini e Donne, già marito di Paola Barale, già ballerino di Buona Domenica (se il climax sia ascendente o discendente sta a voi deciderlo). La ragazza balla maluccio e ovviamente gli insegnanti della scuola la massacrano. Maria De Filippi modera il circo con la solita irresistibile noncuranza, finché Platinette dice che suvvia non stiamo qui a menare il can per l'aia, la ragazza non va bene perché è grassa. Brivido. Sembra già di vedere le mani unte di patatine, l'occhio famelico di chi svuota la vaschetta di gelato al primo sms freddo di un pirla, mentre di là le sue colleghe fuscello provano i plié. La scaramuccia finisce ma s'annunciano battaglie coi fiocchi. Amici rischia di sdoganare la ballerina grassoccia (perché la rivalsa sociale è il cuore di ogni programma di Maria, dal ragazzotto povero all'etoile dalla coscia importante: tutti hanno diritto al successo se lavorano duramente). Bè non fate quella faccia. È sempre un passo avanti rispetto a un Grande Fratello che va in tilt per il solito paio di tette, no?

mercoledì 14 gennaio 2009

Corna e Corona

Fabrizio le ha rifilato la scappatella con Belen Rodriguez (non la babysitter, non la segretaria, non una giornalista qualsiasi: Belen Rodirguez e certo c'è della perfidia tutta pubblicitaria in questo) e Nina si è abbuffata di sonniferi come noi ci abbufferemmo di Nutella. Nina e Fabrizio sono zsa zsa zsou, costretti a stare insieme da quel destino buffo e non sempre buono che non di rado si maschera da consuetudine . E adesso Nina è a quel bivio inutile e maledetto: andarsene o restare. Come se cambiasse qualcosa. Forza Nina!

venerdì 9 gennaio 2009

Volare

Dal Giornale del Popolo del 9 gennaio
People è un giornale di pettegolezzi americano. Lo compro solo in America, ché qua costa una sproposito. Però online non me ne perdo un numero. Perché? Perché People fa da sempre quello che da queste parti siti come quello di Repubblica hanno imparato a fare giusto da qualche anno fa, ovvero dare alla gente quello che vuole: immagini. Persone famose, in questo caso. In ogni salsa. Quindi non c'era solo Britney Spears nei momenti del disfacimento (ora brillantemente superato, perché riprendersi è molto pop), non solo l'ultima foto della figlia di Tom Cruise (sempre in braccio, sempre con una coperta addosso: l'evoluzione termica dei divi è inspiegabile come quella delle case di Beautiful, dove il camino arde sempre anche in agosto a Beverly Hills). Non solo le foto di attualità, insomma, ma anche gallerie debitamente commentate e tematiche e servizi utili, come "you asked, we found". Qui il lettore che si è innamorato della maglietta o della borsa indossata da un vip e vuole comprarsela scrive e la redazione di People trova (un servizio indispensabile nell'era del no logo). Ma la mia preferita è sempre una: Stars' Airport Style. Le star beccate all'aeroporto. Perché è lì che capisci che sono superiori. Perché non hanno lo zaino della Napapijri, né l'Invicta (ne abbiamo tutti uno sulla coscienza). Non hanno i capelli sfatti, non hanno un bagaglio a mano sul punto di scoppiare, non hanno le scarpe da tennis, non hanno i pantaloni comodi che mia madre mi raccomanda dalla prima traversata della Manica (insieme alla tasca interna per i soldi cucita nella cintura). L'ultima volta che sono andata a New York ci ho provato a mettermi le scarpe di vernice e sono arrivata con le vesciche. C'è un motivo se loro sono là e io qui a domandarmi quale sia il momento giusto per disfare il presepe.
(Foto da People, ovviamente)

giovedì 8 gennaio 2009

Sacra tempistica

La domanda del lunedì di questo giovedì è: quand'è che bisogna disfare il presepe? Io non ho il coraggio.

mercoledì 7 gennaio 2009

Il regalo educativo

Dal GdP del 2 gennaio 2009
Un accappatoio, una zuccheriera, un cucchiaino di legno, una coperta con delle pecore sopra, sei piatti fondi, un centrotavola, un portapenne, un dentifricio biologico, un portachiavi, della biancheria comprata da Top Shop, un calendario per shop-aholic, un tagliere a forma di vestito, un sottopentola a forma di tavoletta di cioccolato, un libro di ricette, un audiolibro, un telefono di peluche, una consistente parte del prossimo computer (in forma di soldi), un pupazzetto adorabile, la stilografica rosa a pois rossi della protagonista della Rivincita delle bionde, un cappello che ho cambiato con un cucchiaio di corno, una penna a sfera, una collant con un ventaglio attaccato (che tutti mi invidiano), una falsa pashmina, un vecchio film che racconta una storia d'amore impossibile, un libro ambientato a Lugano. Ecco, credo sia tutto. Certo, possiamo aggiungere anche i due posaceneri, i sei bicchieri e i sei piatti piani che io e mia madre ci siamo comprate come metadone di shopping per evitare crisi d'astinenza il 27 e il 28 dicemre. A conti fatti la lista resta comunque ottima e di certo descrve una giovane e scattante cittadina del mondo con un debole, tutto estetico, per la cura della casa e del guardaroba. Niente regali-predicozzo, tipo un soggiorno in palestra o un buono per massaggio estetico. La lista dei regali dello scorso Natale mi introduce in questo 2009 come una personcina di cui amici e parenti amano assecondare vizi e piaceri, senza preoccupazioni educative. Mica c'è bisogno di farlo sapere in giro che mia madre mi ha regalato un trapano nella vana speranza che quest'anno impari almeno montare una mensola.

Suv, la neve

Milano è sepolta di neve io ho ritrovato un collegamento a internet dopo giorni di festivo isolamento. Stamattina le signore uscivano agili dai parcheggi solo in centro coi macchinoni. Ho pensato: «Finalmente servono a qualcosa i vostri Suv in città». Il primo pensiero del 2009 è tranquillamente e pienamente radical indignato. Tutto bene.
(non ho foto della neve perché trovavo intollerabile, stamattina, mostrarmi a scattare foto col telefonino come un'adolescente a un concerto qualsiasi. Ben mi sta.)