giovedì 3 dicembre 2015

Quei compleanni di pomeriggio

Dal Giornale del Popolo del 27 novembre

Abbiamo ignorato quelle che cadevano nei weekend e nei ponti, bocciate senza neanche essere sottoposte alla corte, perché nessun uomo (e nessuna donna) potrebbe liberamente decidere dopo una settimana di fatiche di passare un sabato pomeriggio ad un compleanno cui hanno aderito “già quaranta bambini”. Abbiamo cestinato a cuor leggero già decine di inviti da quando la bambina frequenta l'asilo, per cui non può che essere stato il destino a farci ritrovare quel cartoncino decorato con l'eroina di Frozen che la coscienza aveva ignorato fino a quel momento. Facendoci forza abbiamo deciso di accettare l'invito: in fondo ci sono modi peggiori per impiegare un pomeriggio lavorativo. È in occasioni come queste che ti senti, forse per la prima volta, davvero titolare di una enorme responsabilità. Alla festa, tra bambini che fanno la guerra coi palloncini, si possono infatti fare molte cose. Si può deplorare l'assenza di un prosecco rifocillatore per gli adulti. Si può buttarsi sui panini al salame e sacrificarsi a finire il cupcake lasciato a metà dalle creature. Ma niente vi risparmierà l'incombenza del momento più difficile, quello in cui si aprono i regali e la platea di bambini fa un verso di approvazione o disapprovazione davanti ad ogni pacchetto. E tu resti lì, in attesa di un verdetto che potrebbe determinare la popolarità della tua creatura in mezzo alle compagne di classe con i capelli lunghi e perfetti. E fino all'ultimo non sai se hai fatto bene a puntare sul gioco educativo, sul gioco popolare, o sul gioco in scatola riciclato dal Natale scorso.