mercoledì 7 settembre 2016

Io, te e il messaggio post serata

Dal Giornale del Popolo del 2 settembre 2016

“Grazie, siamo stati bene, è stato bello vederci. Eccetera eccetera”. Tantissimi di noi hanno l’abitudine di recensire post evento le serate passate con gli amici, forse per guadagnarsi un invito successivo, forse per rassicurare indirettamente quella padrona di casa ben consapevole di aver cucinato una pasta orrenda, ma sinceramente contenta di aggiungere dei posti a tavola (specialmente quando l’invito consente di sfoderare qualche nuovo accessorio per la tavola). Ho sempre riso di questa abitudine, così superflua perché la bellezza, se e quando c’è, è così evidente che non sopporta sottotitoli. Proprio mentre ragionavo di questa abitudine strana mi è arrivato un messaggio del genere (eh sì: la pasta che c’era in tavola era veramente pietosa). E a quel punto, sarà l’età, ma invece di indignarmi mi sono commossa, rassicurata sull’affetto dell’amico. A volte abbiamo bisogno di sentirci dire proprio le cose che sappiamo da chi conosciamo. Abbiamo bisogno di sentirci abbracciati e coccolati. Di sentirci dirci le cose che sappiamo e di dirle, noi stessi, non alla nostra bacheca di Facebook, ma a qualcuno dotato di nome e cognome. Così qualche giorno fa ho preso coraggio e ho detto grazie al tizio che mi ha regalato dei costosissimi e bellissimi scarponi da montagna, comprando così la mia sopportazione per le prossime stagioni lontanissime dal mare.

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